Quando il tuo lavoro ti permette di osservare le persone in un contesto nuovo, riesci a valorizzare quelle sensazioni che per noi del posto sono la normalità, dando vita così alla consapevolezza di quei momenti ed emozioni unici che abbiamo la fortuna di poter vivere.
La prima volta che ci è successo è stato quando siamo stati invitati a cena da una splendida famiglia romana, che nell’apparecchiare il tavolo, aveva permesso l’uso del coltello anche al figlio minore (5 anni appena), giustificando il gesto come privilegio conquistato. Alla nostra richiesta di maggiori dettagli, il padre ci rispose che il piccolo aveva imparato a nuotare senza braccioli nella nostra piscina. Osservare lo sguardo fiero del piccolo ometto, capire che ricorderà per sempre questo posto, che lo racconterà ai suoi amichetti, ci ha fatto sentire bene.
Un’altra esperienza con un bambino l’abbiamo avuta nell’orto. Stavamo spiegando alla famiglia quali ortaggi avevamo piantato, e che quindi erano a loro disposizione, quando ad un certo punto, mentre ignari eravamo andati avanti nel percorso, ci siamo resi conto che stavamo parlando da soli. E allora ci siamo girati e abbiamo visto Luca, così si chiamava il bimbo, con gli occhi e la bocca spalancati! Aveva appena scoperto che le melanzane crescono sulle piante e non sugli alberi. Osservare l’ammirazione così intensa per la nuova scoperta, tanto da considerare quel momento tanto importante da essere ricordato con uno scatto, è stata una felice sorpresa.
Un’altra storia nell’orto l’abbiamo vissuta con una mamma che, mentre noi eravamo intenti a raccogliere i frutti maturi dalle piante, si è avvicinata timidamente chiedendoci se poteva acquistare qualcosa di fresco per preparare la cena alla famiglia. Allora io ed Ele ci siamo guardati e con un risolino le abbiamo detto che niente di tutto quello che vedeva era in vendita. Cadde il Silenzio! Poi guardandola le abbiamo detto che se avesse voluto poteva raccogliere quello che desiderava, in completa autonomia. Il Silenzio diventò Panico. Ha cambiato subito espressione, iniziando a sottolineare che non era in grado e che non l’aveva mai fatto. Così Eleonora è intervenuta per rassicurarla, dicendole che l’orto era stato pensato e realizzato apposta per lei, che poteva sbagliare, che non sarebbe successo niente di irreparabile e che comunque non era così difficile come lei poteva pensare. Due giorni dopo eravamo a cena da loro. Tutto a base di verdure, raccolte proprio da lei che si pavoneggiava col marito su quanto deve essere lunga una zucchina perché sia pronta per essere raccolta. Uno Spettacolo!
Il giorno di ferragosto, immaginando tutti imbottigliati nel traffico delle marine in cerca di un parcheggio, sotto il sole cocente, noi eravamo in struttura a terminare le ultime cose da fare prima di concederci un po’ di sano relax. Arrivati vicino ad un alloggio per prendere i bidoni della differenziata da pulire, appena prima della piscina, abbiamo assistito in un silenzio quasi celebrativo, inebriati dal canto incessante delle cicale, ad una fantastica scena: due clienti sulle sdraio, nel prato, all’ ombra di un ulivo, che chiacchieravano beati avvolti nell’aroma pungente del loro amato sigaro. Appagati dalla sensazione di quiete che ci hanno trasmesso, abbiamo deciso di non disturbare quel quadretto idilliaco e senza farci notare siamo andati via.
To be Continued… (a sabato prossimo)
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